giovedì 9 luglio 2009

Architetti

La città infernale





Voi costruirete poiché la selva profonda è utile all'uomo come la Via Lattea e la pianura dominata dall'alto dei monti. Ma cos'è la vastità della Via Lattea, della pianura e del mare in confronto a quello che offre la notte in mezzo alle pietre quando l'Architetto ha saputo riempirle di silenzio? E voi pure, voi Architetti, diverrete grandi se perderete il gusto delle cose ordinarie... Diventerete grandi solo se le pietre cui pretendete di dare un potere non sono oggetti di comune ed immediata finalità ma piedistalli e scali e mari che conducono a Dio. (da "La Cittadella" di A. de Saint-Exupery)


L'INCANTAGIONE

Penso che gli architetti all'Inferno non ci possono andare. Il motivo è semplice: il giorno in cui ci sarà l'Inferno non ci sarà più spazio per l'Arte, per l'Architettura. Un architetto che non senta stupore non può comunicarlo; stupore vuol dire lo svegliarsi dell'anima di fronte alle cose più grandi di noi. Svegliare l'anima vuol dire vedere se c'è qualcosa di incantevole, che non si produce in quantità ma in qualità. Sono preoccupato perché ho l'impressione che si diventi tutti quasi rassegnati, disincantati, come se una fatalità ci porti verso un degrado senza rimedio. (Mons. Ersilio Tonini)

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